Testi concessi dal Prof. Sergio Villani
OPTOMETRIA E OFTALMOMETROLOGIA - primo volume

IL CORPO CILIARE

La parte anteriore della coroide, nel progredire sino all'iride, passa sulla superficie interna del muscolo ciliare; qui, innalzandosi, dà origine a tante pliche radiali che assumono la denominazione di processi ciliari, riccamente vascolarizzati da vasi finissimi e sostenuti da tessuto stromatico pigmentato. Questo stroma si immette anche tra le fibre che costituiscono il muscolo ciliare arrivando a formare, tra il muscolo e la sclera, uno strato molto sottile e riccamente pigmentato, il quale, essendo un tessuto piuttosto lasso, in caso di intervento chirurgico, consente di staccare con facilità il muscolo ciliare dalla sclera. Anche la superficie interna del corpo ciliare è rivestita da epitelio formato da un doppio strato di cellule, delle quali, quelle più esterne sono riccamente pigmentate, mentre le interne non contengono pigmento e sono dette cellule chiare (fig. 11-24).

Il corpo ciliare, visto dall'interno (fig. 11-25),

ci mostra quelle pliche a salienza radiale di cui abbiamo già accennato e che si chiamano processi ciliari; il loro numero è di circa 70, la lunghezza 3-4 mm, la larghezza 0,5 mm, la profondità 0,5-1,5 mm. Gli spazi che suddividono i vari processi ciliari si chiamano vallecole. La parte pianeggiante che va dall'ora serrata all'inizio delle pliche, si chiama orbicolo ciliare. Poiché i processi ciliari sono stati suddivisi in una testa, un corpo e una coda, alle teste di tutti questi processi è stata riservata la denominazione di corona circolare. Nel corpo ciliare è contenuto il muscolo ciliare (fig. 11-26 e I 1-27),


Fig. 11-26


Fig. 11-27

il quale è costituito da un complesso di fibre liscie, una parte delle quali è raggiata e viene chiamata muscolo di BRUCKE;
un'altra parte è anulare e prende la denominazione di muscolo di MULLER, il quale forma un anello corrispondente alla corona circolare; un'ultima parte, formata da fibre longitudinali, è chiamata tensore sclerale. La fig. 11-27 mostra tra l'altro, come il muscolo ciliare sia interposto tra la sclera all'esterno e la proliferazione coroidale (membrana vasculosa) all'interno. L'innervazione del muscolo ciliare deriva dal III paio di nervi cranici cioè in modo analogo a quella dello sfintere dell'iride; la qual cosa spiega anche l'analogo e simultaneo comportamento di fronte a sostanze cicloplegiche, miotiche e in molte alterazioni del sistema nervoso. Secondo recenti teorie sembra convalidata l'analogia tra il muscolo di MULLER e lo sfintere pupillare, nonché quella tra il muscolo di BRUCKE e il dilatatore pupillare.
Appare evidente che, secondo questo modo di vedere, il muscolo di MULLER (innervato dal parasimpatico) sarebbe il vero muscolo dell'accomodazione, mentre quello di BRUCKE: (innervato dal simpatico) esercitando un'azione di tensione sulla zonula di ZINN, verrebbe ad esercitare un'azione di inibizione dell'accomodazione.
Si è anche detto che il muscolo ciliare, invece di essere costituito da due muscoli antagonisti, possieda una doppia innervazione, simpatica e parasimpatica, le quali, agendo una da effettrice e l'altra da inibitrice, in ultima analisi produrrebbero lo stesso effetto.

Ligamento sospensore o zonula di Zinn (zonula ciliaris)
È praticamente la continuazione della membrana limitante interna della retina (vedi retina).
La zonula consiste proprio di filamenti che nascono sia dalla limitante interna all'ora serrata, sia dall'epitelio chiaro dei processi ciliari. Nel suo complesso, la zonula di ZlNN costituisce un anello appiattito con sezione a forma di triangolo isoscele; le fibre che formano i lati maggiori si attaccano anteriormente e posteriormente alla periferia della capsula del cristallino; lo spazio che si viene a formare tra le fibre vicine all'equatore del cristallino prende il nome di CANALE DI PETIT.
L'apice che formano i due lati maggiori, corrisponde alla regione orbicolare. Il ligamento non è una vera e propria membrana, cosicché I'umor acqueo filtra attraverso le sue fibre, le quali hanno un diametro di circa 5 micron.