Testi concessi dal Prof. Sergio Villani
OPTOMETRIA E OFTALMOMETROLOGIA - primo volume

LA CORNEA

è un tessuto trasparente e delicato la cui integrità deve essere mantenuta con tutti i mezzi. Qualunque interferenza nel suo metabolismo, può alterare la sua struttura anche permanentemente. I risultati che derivano da queste alterazioni sono quasi sempre indesiderabili.

RICORDI ANATOMICI (Vedi fig. 11-7, 11-8, 11-9)

Configurazione
il profilo appare come una curva di tipo concoidale avente le seguenti caratteristiche:

Zona regolare per un diametro centrale di 5-6 mm;dopo di che si ha una lievissima depressione rispetto alla curva precedente che viene chiamata:

Aspetti geometrici della superficie anteriore della cornea (andamento quasi concoidale). I valori riportati nella figura superiore, sono i valori medi della sesibilita corneale meglio ricavati dalla tabella 1 perche' i valori riportati nella figura non sono stati arrotondati per difetto.

(Vedi fig. 11-7)

Zona negativa la quale si estende per 2,50 - 3,00 mm, dopo di che torna a sollevarsi dando origine alla:
Zona positiva periferica che si estende per gli altri 1,50 mm circa, sino al limbus corneale. La depressione raggiunta dalla zona negativa varia tra 0,20 e 1,20 mm circa come differenza con il raggio di curvatura della zona regolare. In verità si hanno anche variazioni maggiori, poiché esse si associano con il diametro totale della cornea e il raggio di curvatura della zona regolare; infatti la differenza sarà più grande in una cornea piatta e grande, che in una molto curva e piccola. Nella zona nasale l'appiattimento è ancora più marcato (0,20 mm) che nelle restanti zone corneali (fig. 11-7).

PROPRIETA CHIMICHE

Il pH
È all'incirca 7,25, cioè lievemente basico.
Non va però dimenticato che esso varia con il valore del pH del liquido lacrimale, il quale tende ad essere minore di 7,25 nei soggetti biondi o rossicci, mentre tende ad essere maggiore di 7,25 nei traumatismi e nelle infiammazioni oculari.

Pressione osmotica
È all'incirca lo 0,95% della soluzione di cloruro di sodio (NaCI).
Sensibilità
L'apice corneale risulta essere la parte più sensibile (è ritenuta la più sensibile del corpo umano); nella zona negativa questa sensibilità si riduce di 1/4 rispetto all'apice, scende a 1/12 nella zona positiva, per poi arrivare a circa 1/100 nella zona limbare.
I valori di soglia misurati ai punti cardinali con un cherato-estesiometro a filo di nylon retraibile avente un diametro di 12/100 di mm, sono risultati come segue:


Dati più completi sono ricavabili dai diagrammi qui riportati.
(Vedi fig. 11-I)


(Vedi fig. 11-II)
La tabella 11-II mostra quale rapporto vi sia tra la lunghezza del filo e i valori della pressione in grammi per millimetro quadrato ed in milligrammi sulla superficie S




Il diagramma superiore mostra l'andamento della sensibilità corneale sull'orrizontale, mentre il diagramma inferiore mostra quello della sensibilità sulla verticale.
(Vedi fig. 11-8)

Curvatura delle facce
Mediamente si trova 7,85 mm. per la faccia anteriore e 6,85 per quella posteriore. Usualmente la gamma si estende tra 7,50 e 8,20 mm, per quanto siano state trovate cornee di raggio 6,90 e 9,20 mm. La gamma suddetta si può avere anche in occhi emmetropi.
Potenza
La potenza media della faccia esterna nella zona regolare è mediamente di + 43,00 diottrie, mentre quella posteriore è di circa - 49,00 diottrie. Presa in aria la cornea sarebbe quindi come un menisco negativo di potenza - 6,00 diottrie circa. I valori così calcolati non sono però reali in quanto, per i calcoli si è usato l'indice di rifrazione (nd) uguale a 1,3375 che in realtà è quello dell'umor lacrimale anziché del tessuto corneale, il quale risulta essere uguale a 1,377. La relazione su esposta è però di uso corrente poiché è con essa che i costruttori di oftalmometri tarano le scale graduate dei loro strumenti che, tra l'altro, misurano in effetti solo i raggi di curvatura e non le potenze, risultando quest'ultime, come si è visto, solo da un convenzionale indice di rifrazione.
Diametro
La media dei diametri corneali va da un minimo di 11,50 a un massimo di 13,00 mm, pur avendosi dei minimi (non microcomee) di 10,50 e massimi (non macrocornee) di 14,50 mm; normalmente il meridiano verticale è più piccolo di quello orizzontale (circa 0,50 mm). In genere si riscontrano proprietà inverse tra diametro e curvatura, avendosi per piccoli diametri grandicurve (raggio di curvatura più piccolo) e per grandi diametri piccole curve (raggio di curvatura più lungo) vedi fig. 11-9.

 

FIG 11-9 La magalocornea puo' essere presente fin dalla nascita e non necessariamnete associata ad un aumento della pressione intraoculare.
questo aumento del diametro corneale è di tipo congenito o secondario a glaucoma infantile il quale puo' stirare tutte le membrane oculari dalla tarda vita fetale a circa 3 anni.Questa condizione,non molto comune è denominata buftalmo.


Spessore
È all'incirca 0,55 mm al centro e, variando con l'eccentricità raggiunge circa 1,20 mm al limbus. Lo spessore non è però uguale nei due occhi dello stesso individuo, tende a diminuire lievemente con l'avanzare dell'età e negli alti gradi di miopia.
Indice di rifrazione
Come già accennato, l'indice di rifrazione del tessuto corneale è di circa 1,377 per la radiazione del sodio (nD). Ovviamente vi potranno essere delle piccole variazioni dovute ad uno stato di maggiore idratazione, il quale porterà ad un indice minore appunto perché i liquidi di cui la cornea è permeata hanno indice di rifrazione minore del tessuto corneale vero e proprio.