Metabolismo
del cristallino
Il metabolismo del cristallino è moderatamente attivo. Le sue richieste
di energia sono limitate al mantenimento della sua trasparenza, al nutrimento
per lo sviluppo e la crescita di nuove fibre e a qualunque scambio richiesto
dalla capsula per il mantenimento della sua elasticità.
Dopo la nascita, il cristallino cessa di avere rifornimenti tramite
il sangue; lo scambio di sostanze ha luogo fra il cristallino stesso
e l'umore acqueo.
Ogni variazione nella composizione dell'acqueo influisce sul metabolismo
del cristallino. Inoltre, essendo esso racchiuso nella capsula, le variazioni
di permeabilità di questa membrana sono importanti ai fini del mantenimento
di un metabolismo normale. La quantità di ossigeno che l'umore acqueo
fornisce al cristallino è moderata, rispetto a quella in gioco negli
altri tessuti del corpo umano.
L'ossigeno fornito viene utilizzato in massima parte dall'epitelio e
dalla corteccia. Il metabolismo dei carboidrati nel cristallino avviene
tramite l'utilizzazione anaerobica del glucosio, ovvero per glicolisi.
Cristallino
e Zonula
Un discorso a parte deve essere tatto per il sistema diaframmatico che
vìene ad essere composto dalla zonula e dal cristallino. Questi due
organi sono molto importanti (specie nella visione da vicino) e strettamente
collegati tra di loro.
Il cristallino, costituito da sostanza trasparentissima e molto elastica,
ha una forma di lente biconvessa con curvatura maggiore nella faccia
posteriore (cristallino non accomodato) avendosi 10 mm di raggio per
la curva della faccia anteriore e 5,33 mm per quella posteriore; il
suo diametro varia tra 9,5-10 mm e lo spessore è di circa 3,6 mm (fig.
11-28).
Sin
dalla nascita (si potrebbe dire dalla vita fetale) il cristallino inizia
a perdere gradatamente la sua elasticità; già verso i 12 anni di vita
la parte nucleare inizia a presentare una lievissima forma di indurimento
che, pian piano, progredirà sino ad aversi un quasi completo indurimento
verso i 65-68 anni.
Anatomicamente il cristallino è composto da (vedi fig. 11-29):
a) capsula (membrane cristalloidi)
b) epitelio lenticolare
c) fibre lenticolari
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fig.
11-29
Cristallino sezionato in modo da mostrare chiaramente
la capsula |
La
capsula
formata dalla cristalloide anteriore e posteriore, forma come un sacco
nel cui interno è contenuto il cristallino. È formata da tessuto molto
elastico, trasparentissimo. Nell'adulto la cristalloide anteriore ha
spessore di 14 p, mentre la posteriore ne ha appena 7-8 U (fig. 11-30).
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fig.
11-30
La figura mostra gli spessori relativialle varie
regioni della capsula del cristallino in accordo con Fincham (1937) |
II
tessuto lenticolare vero e proprio è costituito da fibre che derivano
dal progressivo allungamento delle cellule epiteliali, hanno forma nastriforme
a sezione di esagono schiacciato, di cui la parte più sottile è di 4-5
p, mentre la parte più spessa è 12-14 U.
Le
fibre, stratificate e parallele, misurano ciascuna dai sette ai dieci
millimetri di lunghezza; sono costituite da sostanza trasparentissima
e semidensa che, alla periferia, si condensa in modo da costituire come
un guscio membranoso. Le fibre si tengono strettamente l'una con l'altra
e sono tenute insieme da una sostanza cementante, hanno una direzione
arcuata dato che seguono parzialmente i meridiani del cristallino e
sono disposte a strati concentrici; ogni strato forma poi una specie
di lamina e tante lamine messe insieme formano il complesso cristallino,
il quale viene ad assumere la forma stratificata somigliante ad una
cipolla.