LA COLORAZIONE
è in rapporto alla quantità di cellule pigmentate contenute nel tessuto stromale; è ovvio che quanto più pigmento c'è nello stroma, tanto più scura apparirà la superficie iridea. Quando lo stroma è apigmentato la colorazione dell'iride apparirà azzurra.
La forma raggiata che si osserva, specie in iridi chiare, è dovuta ai vasi sanguigni radiali. La colorazione azzurra dell'iride è in buona parte dovuta al pigmento stratificato posteriore che ci appare attraverso lo stroma il quale, in questo caso, agisce da mezzo torbido.

La pigmentazione dell'iride segue abbastanza strettamente la pigmentazione cutanea e quella dei capelli, e la sua quantità aumenta nei primi anni di vita dell'individuo, avendosi per questo neonati con iridi, pelle e capelli chiari che conil passare degli anni si scuriscono sempre più.

Talvolta (piuttosto raramente nell'uomo) le due iridi di uno stesso soggetto possono presentarsi di colore diverso tanto che una può essere azzurra e l'altra nerastra. Queste differenze, sempre congenite, se non secondarie a processi patologici pregressi, prendono il nome di eterocromia. Sembra che l'occhio più chiaro abbia una maggiore predisposizione dell'altro ai processi patologici. Dal punto di vista anatomico l'iride si suddivide in un tessuto proprio costituito da stroma e vasi; questo tessuto è rivestito anteriormente da endotelio che si discontinua nelle cripte, ove il tessuto irideo è a diretto contatto con l'umor acqueo. Fig. 11-37


Fig 11-37 Sezione anatomica dell'iride con particolari istologici
(Cristini-Meduri).

Posteriormente il rivestimento è assicurato da due foglietti epiteliali molto aderenti tra di loro e ambedue notevolmente pigmentati. Di questi due foglietti, il piu esterno è formato da cellule prismatiche, che cambiano forma a seconda dello stato di contrazione e dilatazione dell'iride. Il foglietto più interno è formato da cellule discretamente appiattite.
I muscoli dell'iride si trovano: il dilatatore a diretto contatto col foglietto epiteliale posteriore delle cellule più piatte, il costrittore presso l'orlo pupillare e, a differenza del dilatatore, esso è quasi indipendente dal foglietto epiteliale posteriore, tranne che in prossimità dell'orlo (fig. 11-37 e 11-38).
Normalmente nell'individuo il diametro delle due PUPILLE è uguale ed ha un valore variabile tra 3 e 6 mm. In casi estremi, e in accordo con il livello di illuminazione, si può arrivare anche a 2-9 mm.


Fig. 11-38 - Sezione radiale dell'iride che mostra in special modo il muscolo sfintere della pupilla e l'orletto pupillare.