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Etiologia Comunemente si dice che lipermetropia sia presente alla nascita, ma come condizione da richiedere un trattamento a causa dei disturbi che possono accompagnarla, tipo cefalee, visione indistinta, ecc., essa può manifestarsi in qualsiasi periodo della vita dell'individuo. Si usa dire che l'ipermetropia,
specie nel bambino, è un'ametropia prevalentemente congenita a causa della
insufficiente lunghezza del bulbo oculare; in realtà' come abbiamo
già detto, alla nascita il bulbo non ha raggiunto il massimo sviluppo,
perfezionandosi questo verso i 10 anni di vita. Va da sé che, considerando ciò, il termine più appropriato dovrebbe
essere diverso da quello di «congenita» e usare solo quello di acquisita. A sostegno di ciò, si deve considerare come
nei primi anni di vita a causa degli sviluppi successivi, si passi abbastanza
facilmente da una ipermetropia ad una miopia, talvolta non tanto lieve. Come tutte le ametropie, anche
l’ipermetropia è legata all'ereditarietà anche se, talvolta, si hanno
salti di una, due generazioni.
Si potrà dire da indice quando
si osservano delle variabilità degli indici di rifrazione dei vari mezzi
e non quando queste variazioni avvengono nelle curvatura delle superfici
rifrangenti. In realtà ipermetropia da curvatura
può essere data tanto da una cornea troppo piatta (più di 8,00 mm di raggio
di curvatura) quanto da un cristallino con le sue curve troppo piatte
(più di 10,00 mm la faccia anteriore e più di 6,00 mm la faccia posteriore,
come raggio di curvatura). Talvolta la causa può essere
dovuta alla distanza, inferiore al normale, a cui si trova il cristallino
rispetto alla retina, in tal caso si parla di ipermetropia posizionale. Grado e condizione dell'ipermetropia Benché l’ipermetropia sia quasi
sempre dovuta al bulbo oculare troppo corto, spesso è conveniente considerarla
come una potenza rifrattiva insufficiente. In questo caso se l'occhio è emmetrope avrà
una potenza di circa 60 D; uno ipermetrope avrà una potenza inferiore. Un occhio ipermetrope di 2 D
può essere considerato come se avesse una potenza di 58 D; questa condizione
può essere corretta usando una lente di + 2 Un occhio ipermetrope si comporta
come un occhio normale al quale è stata posta una lente negativa davanti;
la correzione, o neutralizzazione, si esegue con una lente positiva della
stessa potenza del difetto o della lente negativa che lo aveva creato
artificialmente nell'occhio emmetrope.
La potenza della lente correttrice esprime il grado dei difetto
visivo. In realtà questo è quasi sempre vero per le
piccole potenze, ma da 3-4 D ed oltre non si può più trascurare la distanza
tra la lente correttrice e il punto principale anteriore dell'occhio,
perciò in una ipermetropia il vero difetto dell'occhio è maggiore della
lente che si usa per la sua correzione a circa 13 mm dall'apice corneale;
nella miopia il difetto vero dell'occhio sarà inferiore alla potenza della
lente necessaria per correggerlo, sempre posta alla suddetta distanza
dall'occhio. |
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