Gradi di
correzione della presbiopia
Il grado di presbiopia presente in un occhio è misurato dal grado della
lente positiva più debole necessaria per permettere agevolmente la lettura
ed il lavoro da vicino. Nel caso sia presente un'ametropia, la correzione
della presbiopia sarà aggiunta algebricamente alla correzione di quest'ultima.
Classi
della presbiopia
La presbiopia può essere suddivisa in:
1) INCIPIENTE.
Cioè iniziale; è descritta come lo stadio nel quale piccoli caratteri
possono essere ancora letti, senza necessità di dovere aggiungere lenti
positive, ma solo facendo uno sforzo accomodativo addizionale.
2) ASSOLUTA.
In questo stadio non è più possibile leggere piccoli caratteri, senza
l'aggiunta di adeguate lenti positive.
3) PREMATURA.
Quando si presenta prima di 42 = 44 anni di età.
4)
CREPUSCOLARE o NOTTURNA.
Questa è un'apparente riduzione dell'ampiezza accomodativi, indotta dalla
riduzione dell'illuminamento che fa aumentare il contrasto liminare (necessità
di maggiore contrasto). Per diminuire questo contrasto si può aumentare
la dimensione della mira, ma essendo questa fissata dal carattere dello
scritto, per aumentare la dimensione dell'immagine sulla retina non rimane
che avvicinare lo scritto agli occhi, da questo la necessità di maggiore
accomodazione con apparente presbiopia.
Età in cui appare la presbiopia
Essa dipende dalla quantità di accomodazione che può essere confortevolmente
esercitata per alcune ore di seguito, alla distanza di lettura. Se una
persona di 42 anni ha un'ampiezza accomodativa di 4,00 D, può esercitarne
in modo continuo, senza risentire disturbi, solo i 2/3 cioè 2,75 D per
cui, se la visione si svolge a 37 cm, non avrà bisogno di lenti aggiuntive;
se però avrà le braccia corte, la sua visione per vicino si svolgerà di
preferenza a circa 25 cm e avrà necessità di portare lenti di + 1,25 D.
Molta importanza va data anche all'illuminazione presente, al tono del
muscolo ciliare (al mattino, dopo il riposo ci mette più tempo a stancarsi)
e al tempo di applicazione continua. Come già detto sopra, alla sera,
diminuendo gradatamente l'illuminamento solare, non si riescono più a
distinguere i caratteri fini di un giornale, ma si leggono ancora i caratteri
intermedi o i titoli. In queste condizioni si avvicina lo scritto nell'intento
di vederlo più grande e quindi leggerlo ancora; ma avvicinandolo si dovrà
fare maggior uso dell'accomodazione: da qui la presbiopia crepuscolare.
Da quanto sopra appare che leggere, o lavorare a distanza ravvicinata
con scarsa illuminazione, conduce ad un'apparente precoce presbiopia.
Se una persona di 45 anni emmetrope e in buona salute ha necessità di
leggere piccoli caratteri tenendoli a 25 cm e senza l'aiuto di lenti,
ciò potrà essere possibile per la durata di un'ora o due al mattino visto
che dopo il riposo notturno ogni sforzo viene fatto con maggiore facilità;
anche l'illuminazione ambientale è più abbondante e tutto insieme contribuisce
a far sì che la lettura a quella distanza avvenga più facilmente. Lo stesso
soggetto, alla sera, si lamenterà di non essere più capace di leggere
come faceva al mattino; conseguentemente si dovrà concludere che la stanchezza
fisica, mentale e l'abbassamento del livello di illuminazione sono tre
fattori che nella fase della presbiopia incipiente hanno un'importanza
notevole. Talvolta si sente dire che l'ipermetropia accelera la presbiopia,
o che la miopia la ritarda sino al punto che un miope superiore alle 3,00
D non diventa mai presbite. Questo è apparentemente vero quando la presbiopia
è confusa cori la potenza della lente positiva necessaria a rimpiazzare
la perdita del potere accomodativo che ci permetteva di leggere da vicino;
infatti, nell'ipermetropia, essendo una parte di essa (almeno sino all'età
di 40 anni) allo stato latente, quando gradatamente essa si rende manifesta,
e siccome ciò si verifica proprio con l'indurimento del cristallino, sarà
necessario un aumento della potenza della lente positiva e questo potrà
essere confuso con la presbiopia. Nel caso della miopia invece sarà sufficiente
diminuire la potenza della lente negativa di tante diottrie quante sono
quelle della presbiopia e tutto torna ad essere corretto. Però siccome
la miopia la troviamo spesso un po' sottocorretta, se non si fanno le
opportune misure, la presbiopia che si dedurrà in base all'età del paziente
risulterà minore se confrontata con quella di un altro di pari età ma
emmetrope. Senza contare che un miope di 3,00 D avendo il suo punto remoto
a 33 cm riuscirà a vedere sempre nitidamente al disotto di questa distanza,
cioè tra questa e il suo punto prossimo; arrivando ai 65 anni con l'accomodazione
ridotta ad 1,00 D, almeno 0,50 D potrà usarle tranquillamente, il suo
punto prossimo sarà a 1 / 3,5 = 0,285 m ed egli potrà < vedere bene> nell'intervallo
33 = 28,5 cm senza bisogno di lenti. Il fatto di poter leggere da vicino
senza lenti, induce il profano a credere che la presbiopia per lui non
sia sopraggiunta, come invece avviene per tutte le altre persone, arrivando
addirittura a credere che anche la miopia sia migliorata: prima infatti,
era costretto a leggere con gli occhiali, ora invece può toglierli; da
qui il creduto miglioramento. Dopo quanto detto è però opportuno aggiungere
che, nell'ipermetropia, il muscolo ciliare è mantenuto più attivo, arrivando
ad un'ipertrofia dello stesso; questa ipertrofia si tradurrà in una maggiore
possibilità di accomodare e, da questo punto di vista soltanto, la presbiopia
può sembrare ritardata. Nella miopia spesso accade il contrario. Infatti,
se la correzione portata dal miope corregge completamente l'ametropia,
il muscolo ciliare è tenuto in esercizio quasi come nell'occhio emmetrope;
ma spesso (troppo spesso) anche lievi miopie sono costantemente ipocorrette
e questa condizione porterà ad ipotrofia del muscolo ciliare, la quale
si tradurrà in una minore possibilità di accomodare. Un fattore di grande
importanza che sopraggiunge con la presbiopia è il bilanciamento dell'azione
tra il retto esterno e quello interno. Quando il paziente è esoforico
la convergenza è effettuata più facilmente e richiede minor sforzo per
guardare alla distanza di lettura, e ciò è accompagnato da un minore sforzo
di accomodazione; in questo caso il mancato allenamento farà apparire
la presbiopia più precocemente. Quando invece il paziente è exoforico
la quantità di convergenza accomodativa, e quindi di accomodazione, può
essere più grande; così, per lo stesso motivo, la presbiopia può apparire
più tardivamente. Ora, nell'ipermetropia si riscontra più facilmente un'esoforia,
ed anche questo contribuisce a fare apparire prima la presbiopia. Nella
miopia la condizione muscolare è portata più facilmente a produrre un'exoforia
e di conseguenza anche la presbiopia sarà posticipata.
Sintomi della presbiopia
Nella presbiopia, nell'eseguire operazioni a distanza ravvicinata il primo
sintomo è quello di tirare indietro la testa, o di allontanare lo scritto,
o l'oggetto da osservare, in modo da portarsi ad una distanza che non
sia inferiore ai 2/3 dell'accomodazione disponibile. Il presbite, che
ha difficoltà a leggere, può invece scrivere benissimo a quella distanza;
ciò deve essere tenuto in considerazione nella prescrizione degli occhiali,
perché quelli per lettura dovrebbero essere prescritti leggermente più
forti di quelli usati per scrivere, altrimenti il paziente spesso cerca
un compromesso tra le due distanze e l'occhiale così prescritto porterà
a disturbi di astenopia oculare non sempre ben tollerati quando la visione
sarà impegnata in modo continuativo nella lettura. I sintomi che seguono
la fase incipiente sono rappresentati dall'impossibilità a risolvere visivamente
(vedere) piccoli oggetti, piccoli caratteri di stampa, non è più possibile
infilare l'ago e svolgere tutte quelle operazioni che vanno eseguite a
distanza ravvicinata. Questa è la fase detta della presbiopia assoluta
e la lettura non può essere effettuata per più di pochi minuti perché
i caratteri inizieranno poi ad apparire indistinti. La causa di questi
sintomi va ricercata nel fatto che, mentre lo sforzo di accomodazione
esercitato in modo da essere in sinergia con la convergenza può essere
effettuato per un certo tempo pur stancando gli occhi, 1o sforzo totale,
vale a dire quello che dovrebbe far produrre tanta accomodazione da far
vedere nitido alla distanza a cui si converge, non può essere mantenuto
e lo scritto da nitido apparirà sfuocato. Un po' di sollievo l'osservatore
lo trova quando alza la testa e osserva oggetti lontani, oppure quando
si sfrega gli occhi massaggiandoseli.
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